PRINCIPALI
DISTANZE CHILOMETRICHE: TARANTO-GINOSA 55 km; TARANTO-BRINDISI
71 km: BRINDISI-LECCE 39 km; LECCE-SANTA MARIA DI LEUCA 111
km
VIAGGIO
IN PUGLIA ITINERARIO 2
TARANTO:
Festa Patronale: San Cataldo (10 maggio)
Regina dello Ionio, antica capitale della Magna Grecia, cattura
il visitatore con il fascino particolare di città sospesa
tra antico e moderno. Il Museo Nazionale, uno dei più
importanti d’Italia, conserva i reperti dell’epoca
in cui Taranto splendeva sotto il regno di Archita, gli “Ori
dei Greci” che fanno sognare. Quando il sole tramonta
sul Mar Piccolo, la bellezza senza tempo del luogo salta subito
agli occhi, con quel golfo che si tinge di rosso e l’isola
di San Pietro che riporta alla mente l’epopea della Magna
Grecia, quella delle misteriose isole Cheradi narrate da Stradone.
Il Castello, ricostruito dopo il 1480, con la sua mole severa
ed armoniosa che sembra galleggiare sulle calme acque, dialoga
con il grande porto. Nel borgo antico, domina il Duomo rifatto
nel ‘700, all’interno del quale si notano i resti
del mosaico originale e la settecentesca cappella di S. Cataldo,
ornata da marmi ed affreschi. A farle da contrappunto la moderna
Cattedrale, progettata negli anni ‘70 dall’architetto
Giò Ponti. Notevoli sono le dimore che fondono assieme
elementi di gusto barocco, rococò e liberty, tra cui
il Palazzo Amati ed il Palazzo Buffoluti-Latagliata.
CASTELLANETA:
Festa Patronale: San Nicola di Bari (6 dicembre); copatrono:
San Francesco da Paola (seconda domenica di maggio)
L’antico abitato è aggrappato al ciglio di una
gravina profonda 145 metri e larga 350: è uno dei più
grandiosi valli pugliesi d’erosione, formato cioè
dallo scorrere delle acque torrentizie provenienti dalla Murge.
Il suo paesaggio è caratterizzato da sentieri mozzafiato
sul baratro per l’improvviso aprirsi della spaccatura
della terra. Sede vescovile dall'anno 1080, Castellaneta è
un rinomato centro turistico-balneare pugliese. Sono presenti
sul territorio aziende alimentari, agricole ed artigiane. Molto
diffuso è l'allevamento. Paese natio di Rodolfo Valentino,
posto su uno sperone emergente da una delle più profonde
gravine delle Murge, Castellaneta conserva ampie tracce del
suo passato: la Cattedrale, iniziata nel XIII sec. ed ultimata
nel XIV, con soffitto ligneo del 1739 e il campanile trecentesco
ad essa adiacente; la chiesa dell' Assunta (XIV sec.), in stile
romanico pugliese goticheggiante ed il convento di San Francesco
d'Assisi del XV sec. Castellaneta è citata nelle fonti
altomedioevali principalmente con i nomi di Castanea, Castanetum
e Castellum Unitum. Si chiama Bosco Pineto la lunga fascia costiera
(circa 10Km) nella quale è situata Castellaneta Marina.
Il centro turistico-balneare è immerso in un'area ricca
di pini d'Aleppo. La presenza di discoteche, cinema, maneggi,
ristoranti, centri commerciali, alberghi e campi da golf, rende
Castellaneta Marina un punto di riferimento per le vacanze estive.
La costa ha un mare cristallino, l'arenile è costituito
da sabbia molto fine, dune e macchia mediterranea. Il territorio
che si estende fino alla foce del fiume Lato è una riserva
naturale.
MASSAFRA:
Festa Patronale: Santissima Madonna della Scala, San Michele
Arcangelo
Massafra include nel suo distretto uno dei più importanti
complessi di monasteri dell’ Arte Bizantina e, proprio
per questo motivo è conosciuta anche sotto il nome di
“La Tebaide d’ Italia”. La sua caratteristica
principale è la gravina, ricca di villaggi rupestri che
rappresentano la spina dorsale degli sviluppi urbanistici, culturali
e sociali dalla preistoria ai primi del Medio Evo. A testimonianza
di questa civiltà rupestre si trovano cripte ed abitazioni
grottesche circondate da architetture spontanee di straordinaria
bellezza. Nel centro storico, caratterizzato da gruppi di piccole
case bianche rifornite di archi, balconi e ballatoi, sorse la
società medievale di Massacra, il patrimonio roccioso
della gravina di S. Marco, il castello, la chiesa Madre del
XII-XVI sec., la ex chiesa barocca di S. Agostino, la Torre
dell’Orologio, il monastero di Gesù Bambino e quello
di S. Benedetto. La vegetazione è quella classica mediterranea,
con pini, ginepri, lecci, rosmarino e mirtillo. La zona piana,
delimitata tra il mare e la zona ferroviaria, possiede un’attività
agricola, con vigneti, uliveti e frutteti, molto redditizia,
giustificando così la denominazione di “California
d’ Italia”.
GIOIA
DEL COLLE: Festa Patronale: San Filippo Neri (26 maggio)
Centro agricolo e commerciale, edificato nel primo Medioevo,
conserva di quell’epoca un imponente Castello, rifatto
da Federico II, che ospita attualmente il Museo Archeologico
Nazionale. Da visitare nei dintorni l’area archeologica
di Monte Sannace, dove sono stati rinvenuti abitati apuli. Sul
frontone che separa le Murge di Nord-Ovest da quelle di Sud-Est,
Gioia del Colle sorge in felice posizione, a metà strada
fra il mar Jonio e l’Adriatico, a pressoché identica
distanza dal centro lucano di Matera e dai centri pugliesi di
Bari e Taranto. La collocazione, notevolmente strategica per
le vie di comunicazione, sin dall’età preistorica
le ha conferito uno sviluppo ed un ruolo crescenti, facendone
un punto di confluenze e di scambi economici, commerciali e
culturali. Genti diverse, quasi ininterrottamente, hanno abitato
dal periodo neolitico il suo territorio, lasciando significative
tracce del loro passaggio (le necropoli dolmeniche di Masseria
del Porto, gli insediamenti peuceti della Castelluccia e di
Santo Mola) ed approdando in età bizantina ad una compiuta
forma urbana nell’attuale sito della città (borgo
di S. Nicola). Fra le testimonianze archeologiche e storico-architettoniche
di rilievo si impongono anche all’attenzione del visitatore
più distratto la zona archeologica di Monte Sannace,
uno dei centri più importanti della Peucezia, e il castello
normanno svevo, legato alla figura di Federico II e di Bianca
dei Lancia. Centro agricolo fra i più floridi della provincia,
vanta una produzione di rilievo nei settori zootecnico e vitivinicolo
(il vino primitivo di Gioia del Colle).
MARTINA
FRANCA: Festa Patronale: San Martino e Santa Comasia
(11 novembre)
Deriva dal luogo sul quale sorse il primitivo centro, il colle
di San Martino, e dalle franchigie concesse dai vari sovrani
col fine di popolare la città. Sembra che siano stati
gli Angioini a chiamarla "Franca", proprio perché
franca d'ogni onere fiscale. Gli abitanti si chiamano Martinesi.E’
un comune di 49.156 abitanti della provincia di Taranto. Posto
ad una altitudine di 431 metri s.l.m., copre una superficie
di 295 km2.situata sulle colline sud orientali della Murgia
a 431 metri s.l.m. con splendide vedute sulla valle d'Itria.
Le origini di Martina Franca risalgono al X secolo, quando sul
Monte di San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi
tarantini, fuggiti dalle continue devastazioni dei Saraceni,
e ai quali si aggiunse successivamente una comunità di
pastori. Intorno al 1300 fu eletta comune su ordine del Principe
di Taranto Filippo I d'Angiò, ma secondo alcuni documenti
storici, è possibile ipotizzare che Martina Franca fosse
stata prima di quella data anche un'avamposto militare a guardia
del territorio di Taranto o una residenza di qualche nobile.
È certo però che Filippo I concesse Martina a
Pietro del Tocco per ricompensarlo dei servigi da lui svolti.
Il territorio all'epoca consisteva in un castello situato storicamente
nell'attuale zona denominata "Montedoro", e da due
miglia di terreno intorno al castello, sottratto dal territorio
di Taranto, dall'Università di Monopoli e dall'Università
di Ostuni per l'insediamento rurale di contadini e "Messeri"
(in martinese ù masser, cioè padrone di poderi
e vasti terreni). Sembra che Filippo d'Angiò avesse concesso
anche dei diritti e delle franchigie a chi fosse venuto ad insediarsi
a Martina, e per questo fu denominata "Franca". Il
nome della città è dedicato al Santo patrono San
Martino, festeggiato l'11 novembre. La tradizione vuole che
il Santo sia più volte corso in aiuto dei cittadini,
proteggendoli in varie occasioni dalle invasioni barbariche
e dall'assalto del nemico.
NOCI
(nuovo): Festa Patronale: San Rocco (prima domenica di
settembre); Madonna della Croce (3 maggio)
Noci, nel cuore della Puglia,sorge sullo spartiacque murgiano
a trenta minuti dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Il suo territorio
caratterizzato dalla presenza di boschi,pascoli e antiche masserie,ha
un’altitudine compresa fra i 350 e i 470 metri sul livello
del mare e un clima molto salubre. Il borgo antico,ampliamente
abitato,emana un fascino autentico per la sua semplicità,
per il bianco dei muri a calce, per le sue gnostre (strade chiuse
in forma di corte). La presenza di buone strutture ricettive
e il senso di ospitalità che vi respira unitamente ai
numerosi ristoranti, trattorie, forni e ristori, ne fanno parte
un ottimo punto di soggiorno per visitare la Puglia. Tra i parchi
più importanti di Noci troviamo il “Parco Letterario
Formiche della Puglia”, un suggestivo percorso tra le
più belle masserie che caratterizzano il territorio:un
itinerario sempre affascinante ha inizio dalla Masseria Angiulli
e prosegue presso le tenute Monache, De Tintis, Bonelli, Sorresso,
Scozia Vecchia, Murgia Albanese. Ripercorrendo storicamente
le avventure dei briganti,è l’occasione ideale
per riscoprire e riappropriarsi dell’identità legata
al proprio territorio.
BRINDISI:
Festa Patronale: San Lorenzo da Brindisi, San Teodoro d'Amasea
(primo weekend di settembre)
Inevitabile porto per l’imbarco in ogni epoca verso la
Grecia o l’Asia, Brindisi ha sempre avuto il ruolo di
“Porta d’Oriente”. Da visitare sono la Chiesa
romanica di San Giovanni al Sepolcro del XII secolo, la Chiesa
della Trinità e di Santa Lucia, la Cattedrale, della
cui primitiva costruzione romanica del 1089 rimangono solo i
resti dell’abside, la Chiesa di San Benedetto del 1080
e il Museo Archeologico. Molto bella è anche la Chiesa
di Santa Maria del Casale a circa 2 Km. dalla città,
che è sicuramente il più originale e bel monumento
medievale di Brindisi, in stile romanico. Da non perdere una
gita alle isole di Sant’Andrea, dove si può ammirare
il Castello Rosso, così chiamato per le particolari colorazioni
prodotte dal tufo utilizzato.
CAROVIGNO
(nuovo): Festa Patronale: Maria S.Sma di Belvedere, SS.
Giacomo e Filippo (lunedì, martedì e sabato dopo
Pasqua)
Sorta sull’ultima delle colline del sub appennino dauno,
a 171 mt. dal livello del mare, Carovigno risulta essere una
tra i borghi più antichi d’Italia. Della città
ne parlò lo storico Clearco Solense chiamandola col nome
greco “KARBINA”, ovvero “terra fruttifera”.
Carovigno, testimone di antichi insediamenti neolitici,figlia
dei Messapi,contaminata dal mondo della Magna Grecia,fu anche
importante centro dell’antica Roma. Con la vicina Brindisi
; coniò moneta cui fu dato il nome di CARBRUN (Carovigno-Brindisi).
Caduta sotto l’impero romano, fu conquistata anche dai
Normanni e nel Medioevo. Verso la fine del XII secolo vide nascere
un maniero difensivo che nel corso dei secoli verrà trasformato
in un bellissimo Palazzo nobiliare, il castello. Attorno al
castello si concentra la città antica:”la terra”,
in essa si racchiude un piccolo gioiello dove vengono ad incastonarsi
le piccole e bianche case in pietra che si specchiano le une
nelle altre tra i mille veicoli e viuzze lastricate in pietra
carovignese. Il Castello Dentice di Grasso, costruito nel secolo
XIV – XV e restaurato nel 1906, fu in origine un avamposto
militare e nel passare dei secoli divenne elegante residenza
nobiliare. Il castello di Carovigno sorge in posizione eccentrica,
sul punto più alto del paese e per questo strategicamente
più adatto alla difesa. Esso ha un impianto triangolare
con torrioni ai vertici. Caratteristico il “Torrione a
Mandorla” costruito nel XVI secolo sotto i Loffreda,è
un raro esempio dell’architettura militare italiana. Altro
Castello è quello di Serranova,esso sorge in un piccolo
borgo vicino al mare e distante da Carovigno. Ci sono poi le
Torri Costiere, Torre Santa Sabina e Torre Guaceto sono due
delle torri costiere edificata probabilmente nel XV secolo come
torri di avamposto per l’avvistamento di incursioni che
venivano dal mare
LECCE:
Festa Patronale: Sant'Oronzo, San Giusto, San Fortunato (26
agosto)
Considerata una delle capitali storiche dell’arte barocca,
Lecce è una città di grande fascino, che desta
sorpresa e ammirazione per la nobiltà dei suoi palazzi
e l’indiscutibile bellezza delle sue chiese. Da visitare
sono il Duomo, edificato nel XII secolo, ma rifatto nel XVII
secolo in stile barocco, il cui campanile è davvero notevole,
il Palazzo Vescovile e il Seminario, la Chiesa di Sant’Irene,
dalla facciata cinquecentesca, la Basilica di Santa Croce, edificata
tra il 1549 ed il 1644, e la Chiesa dei Santi Niccolò
e Cataldo, in cui le aggiunte barocche nulla hanno tolto alla
primitiva costruzione. Molto interessanti da un punto di vista
artistico sono anche la Chiesa di Santa Chiara, edificata nel
XVII secolo, al cui interno si possono ammirare alcune pitture
del Solimenta e della Scuola napoletana, la Chiesa di San Matteo,
pittoresco esempio dello stile barocco-leccese, il Castello,
risalente alla metà del XVI secolo, il Museo Archeologico
Provinciale e l’Arco di Trionfo. Molto belle sono, inoltre,
la cinquecentesca Chiesa di San Francesco da Paola, la Chiesa
del Gesù e la Chiesa del Rosario, tutte del XVII secolo,
e la colonna votiva di Sant’Oronzo.
OTRANTO:
Festa Patronale: Beati Martiri di Otranto (14 agosto)
È l’abitato più orientale d’Italia.
Nel 1480 fu preso e messo a sacco dai turchi e le ossa di 560
vittime di quella tragica vicenda sono nella cappella dei Martiri
della Cattedrale, il principale monumento cittadino. L’edificio
risale all' XI secolo; ha un bel rosone gotico quattrocentesco
in facciata e una cripta (sec. XI) su 42 colonne con affreschi
di gusto bizantino. Di grande interesse è il vastissimo
mosaico pavimentale della chiesa (1166) con, contornate di nero
su fondo bianco, rozze e vigorose, le figurazioni dell’Albero
della Vita. La città vecchia è in gran parte racchiusa
da mura. In alto emerge il poderoso Castello aragonese (fine
sec. XV).
SANTERAMO:
Festa Patronale: Sant’Erasmo (2 giugno)
La città di Santeramo nasce in età tardoantica
attorno ad un monastero benedettino dedicato al culto di Sant’Erasmo.
Resta un piccolo casale dipendente dalla vicina Acquaviva fino
alla seconda metà del XIV secolo. In particolare, nel
1410 avviene la vendita del “castrum S. Herasmi”
da parte del re Ladislao a favore di Buccio dei Tolomei da Siena,
un fedelissimo capitano d’origine toscana che sarà
anche al servizio della regina Giovanna II. Il figlio, Salvatore
de Senis, sposa Maria del Balzo e resta feudatario di Santeramo
fino al 1468, quando il feudo passa, attraverso la figlia Aurelia,
alla famiglia Carafa. Apparterrà ai marchesi Carafa fino
all'età moderna. Recenti scavi archeologici in località
Sant'Angelo hanno portato alla luce una grotta adibita al culto
di San Michele Arcangelo. Scavi di approfondimento sono tuttora
in corso, ma già sono ritrovate migliaia di iscrizioni
devozionali ed alcuni affreschi risalenti al Basso Medioevo.
CISTERNINO:
Festa Patronale: San Quirico e Giulitta
Bianca, quasi abbagliante, Costernino da un lato è accarezzata
da uno dei versanti della Valle d’ Itria e dall’altro
domina le colline degradanti verso la costa, offrendo in tal
modo paesaggi irripetibili. Lo spontaneismo dominante rende
l’intero centro storico del paese, uno dei meglio conservati
tanto da annoverarlo tra “I BORGHI PIÚ BELLI D’
ITALIA”, questo perché l’essenza stessa di
questa filosofia riconduce sia ad un modo di vivere che ad un
legame sempre vivo e presente con consuetudini e tradizioni.
Ogni cosa riporta ad una civiltà spontanea, quella contadina,
che è sinonimo di saggezza e ospitalità. Del villaggio
preromanico Costernino conserva le “specchie”e i
“dolmen” oltre alle tombe e agli altari. Il centro
storico, le cui origini risalgono al IX-X a.c., appare unico
e compatto, costituito da piccole abitazioni che non superano
i due piani, con ripide scalinate, archi e balconi che sporgono
appena; ed è proprio il nucleo storico che in occasione
di sagre e manifestazioni, diviene un palcoscenico naturale.
Da visitare la Chiesa Madre dedicata a S. Nicola, sorta nel
XIII secolo, in stile romanico-pugliese e il Santuario della
Madonna d’ Ibernia, di struttura romanica.
LOCOROTONDO:
Festa Patronale: San Rocco (16 agosto); San Giorgio (23 aprile)
Nella Valle d’ Itria, circondata da piccole alture, si
affaccia Locorotondo. Armoniosamente tondeggiante, il paese
deve il suo nome alla morfologia assunta dal primo centro abitato
sorto intorno all’anno mille. a scriverne la storia sono
state proprio le attività di intere generazioni avvicendatesi
nel lavoro dei campi. È possibile ammirare vigneti e
oliveti che si estendono a vista d’occhio, allineati,
curati amorevolmente e disposti con amorevole precisione. Proprio
da questi pregiati vigneti si ricava un vino bianco, dal gradevole
profumo e ottimo per accompagnare i pesce, la cui denominazione
è il D.O.C. Locorotondo. Il borgo antico della cittadina
si presenta con abitazioni rettangolari i cui tetti spioventi
definiti “cummerse”, sono realizzati in chiancarelle,
le stesse dei trulli, che punteggiano di bianco tutte le tonalità
di verde delle campagne. Degni di nota sono la chiesa romanica
di Santa Maria la Greca e la neoclassica chiesa Matrice. Saporiti
sono i piatti della tradizione gastronomica locale, come le
orecchiette di semola e di grano duro con ragù di coniglio,
gli involtini di trippa d’agnello adulto cotti in un intingolo
con aggiunta di cipolla.
CRISPIANO:
Festa Patronale: Santa Maria della Neve (5 agosto)
Cristiano è situato a nord id Taranto al centro di una
serie di colline come quella del Monte Specchia, il Monte Calvello
e il Monte della Gravina. L’origine del suo nome, secondo
alcuni studi, pare derivi dal nome dei Santi Crispo e Crispiniano
che al tempo di Diocleziano si trasferirono in questa cittadina
dove, fu loro dedicata una chiesa. Verso gli anni 1100-1200,
la facilità di acquistare terreni, l’esenzione
quasi totale dalle tasse, la comodità di un sacerdote
fisso, favorirono una notevole immigrazione dando il via alle
prime coste che permisero ai crispianesi di abitare in case
più decorose delle grotte.nel 1860 Crispiano fu invasa
dai briganti che formarono un vero e proprio nucleo terroristico
e, pian piano se ne impossessarono requisendo agli abitanti
ogni sorta di beni come oro, masserie, case e terreni. Solo
qualche anno più tardi, la Guardia Nazionale di Taranto
riuscì a liberare Cristiano dai suoi oppressori. In seguito,
grazie al continuo aumento della popolazione, divenne frazione
di Taranto, poi verso il 1882 venne presentato al sindaco di
Taranto la richiesta di autonomia che gli fu concessa nel novembre
del 1919, anno in cui Cristiano divenne finalmente comune autonomo.
GROTTAGLIE:
Festa Patronale: San Francesco da Geronimo, San Ciro (31 gennaio)
Grottaglie è situata sulla Via Appia che collega Taranto
a Lecce; la pianura che la circonda è fertile di ulivi
e vigneti che assicurano la produzione di un ottimo vino. È
stata fondata intorno al X secolo dagli abitanti di quelle grotte
visibili ancora oggi nelle gravine circostanti come: Lama del
Fullonese, Raggio, Casalpiccolo. Vicino al le gravine sorge
il Santuario di Santa Maria Mutata, nei cui pressi si trova
un antico villaggio messapico con struttura murarie e tombe,
affiancato da tombe romane con iscrizioni latine. Nel centro
dell’abitato sorge il Castello del XV secolo mentre in
Piazza Margherita spicca la Chiesa Matrice con portale e facciata
romanico-pugliese e all’interno la fastosità barocca
della Cappella del Rosario. Da visitare anche Chiesa del Carmine
ove è possibile ammirare il Presepio di Stefano da Putignano
e i Santuario di S. Francesco De Geronimo, Santo e Patrono della
cittadina grottagliese. Nella gravina di Casalpiccolo si trova
una chiesa grotta con affreschi e iscrizioni in greco, mentre
nella gravina del Fullonese si può vedere un calvario
del XVII secolo scavato nel tufo. La fama di questa cittadina
è legata all’arte praticata della ceramica. Famosa
la ceramica rustica pugliese con i suoi tipici colori:bianco
con rigatura blu o gialla ed un “galletto” tipico,
rappresenta meglio di ogni altro prodotto artigianale la Puglia.
MANDURIA:
Festa Patronale: San Gregorio Magno (12 marzo)
Situata sulle Murge tarantine, Manduria gode di un clima tipicamente
mediterraneo con estati lunghe e calde ed inverni miti. ? una
tra le più grandi e attive cittadine della provincia
di Taranto e, deve la sua floridezza alla favorevole confluenza
delle vie di comunicazione tra Taranto, Lecce e Brindisi. Trae
i suoi benefici da un territorio fertile ed esteso, occupato
da villette rustiche e fattorie dedite ad attività agro-pastorali,
intensamente coltivato a vigneti e oliveti che producono olii
e vini pregiati tra cui il famoso “Primitivo di Mandria
D.O.C.”. Notevole l’attività editoriale e
tipografica , e di alcune industrie manifatturiere collegate
al territorio. La vegetazione tipica del territorio è
la Macchia Mediterranea (arbusti sempre verdi, piante arboree,
muschi, funghi e licheni). Nell’area archeologica, monumento
simbolo della città è il Fonte Pliniano (da Plinio
il Vecchio). Si tratta di una grande caverna naturale, risalente
all’epoca messapico, scavata nella roccia; all’interno
una vasca cinta da un muro rotondo da cui, attraverso un pozzetto
quadrato, scorre l’acqua della Fonte che, alcuni ritengono
essere benefica. Sempre nel Parco Archeologico è possibile
ammirare le Mura Messapiche o Megalitiche, costruite in triplice
cinta muraria, testimonianze della grandezza del popolo messapico.
CEGLIE
MESSAPICA: Festa Patronale: Sant’Antonio da Padova
(13 giugno)
Ceglie Messapica fu fondata dai greci sotto il nome di Kailìa.
Memorabili furono le battaglie combattute dalla città
contro l’invadenza di Taranto che cercava uno sbocco sul
mare Adriatico ma, quando la politica imperialistica di Roma
si abbatté sulle antiche città del Salento appropriandosi
delle terre, Ceglie si ritrovò ridotta ad un misero villaggio.
Più tardi fu ribattezzata “Celie de Galdo”,
ossia Ceglie della Foresta poiché appariva circondata
da boschi, mentre nel maniero viveva un barone che dominava
il feudo. Il riscatto della città iniziò con monaci
italogreci, che avevano fondato dei monasteri di cui restano
testimonianze nell’abbazia di S. Anna e nella chiesa della
Madonna della Grotta. All’inizio del Regno Sabaudo, Ceglie
conobbe un periodo di sviluppo imprenditoriale ed economico
come dimostrano i suoi impianti industriali di rilevanza nazionale,
le opere pubbliche ed i monumenti come: il Politeama “Giacosa”
e la chiesa santuario di S. Rocco, la Torre dell’Orologio
in Piazza Plebiscito e la chiesa di S. Gioacchino. Ora Ceglie
oltre a rappresentare un centro di natura sociale, civile e
culturale, vanta con fierezza le sue prelibate proposte gastronomiche
come le orecchiette, gli involtini di trippa e i fegatini.
GALLIPOLI:
Festa Patronale: San Sebastiano, Sant’Agata (20 gennaio)
«Paiare» e muretti a secco punteggiano la costa
finché lo Ionio non svela in tutto il suo splendore Gallipoli,
la città «bella» («kalè polis»,
in greco), apparentemente un’isola nel mare, con le cupole
abbaglianti delle sue chiese. Giustamente famosa, Gallipoli
è, con Lecce, con Otranto e con Leuca, una delle meraviglie
del Mediterraneo e merita una sosta prolungata.
Il borgo medioevale, i vicoli tortuosi e stretti che irrompono
fin dentro le case, i bastioni, il castello, le chiese, la fontana
greca rimaneggiata in epoca rinascimentale, i palazzi baronali
rappresentano un’attrazione che raramente una città
può dare e rendono altamente istruttiva una vacanza consumata
nell’abbraccio caldo della sua ospitalità. E poi
il bianco delle sue case, il bianco che abbaglia, su cui si
staccano i giardini fioriti ai balconi e alle finestre, come
in una corte lusitana, e poi i profumi del mare, la sua gente
cotta dal sole e da venti di bufera e di sale. Al mare guardano
la chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo «Malladrone»,
l’orrida bellezza di memoria dannunziana, e la «Purità»
degli scaricatori di porto, quasi a voler ricordare la debole
misura della quotidianità di fronte alle meraviglie del
Creato. Lido Conchiglie, una distesa di dune, la spettacolare
Montagna Spaccata, ed è subito la riviera di Nardò:
Santa Maria al Bagno, già famosa per le sue terme e per
il porto romano, ridente località balnerare, e Santa
Caterina, protetta dalla «Torre dell’Alto»
che la domina dal «dirupo della Dannata» e dall’omonima
torre del XVII secolo. Notevole in questa zona il Parco naturalistico
di Portoselvaggio, con la Grotta del Capelvenere e la Grotta
di Uluzzo, mentre invitanti e trasparenti sono le acque della
Baia di Uluzzo, con gli archivi della preistoria nelle grotte
del Cavallo e di Uluzzo. Un cenno a parte merita la «Palude
del Capitano», pozzi e anfratti carsici dove i profumi
delle tamerici, della salvia, dei giunchi spinosi e della flora
mediterranea si fondono con i colori intensi delle acque risorgive
del mare, offrendo l’ambiente ideale per molte specie
animali.