PRINCIPALI DISTANZE CHILOMETRICHE: TARANTO-GINOSA 55 km; TARANTO-BRINDISI 71 km: BRINDISI-LECCE 39 km; LECCE-SANTA MARIA DI LEUCA 111 km

VIAGGIO IN PUGLIA ITINERARIO 2

 

TARANTO: Festa Patronale: San Cataldo (10 maggio)
Regina dello Ionio, antica capitale della Magna Grecia, cattura il visitatore con il fascino particolare di città sospesa tra antico e moderno. Il Museo Nazionale, uno dei più importanti d’Italia, conserva i reperti dell’epoca in cui Taranto splendeva sotto il regno di Archita, gli “Ori dei Greci” che fanno sognare. Quando il sole tramonta sul Mar Piccolo, la bellezza senza tempo del luogo salta subito agli occhi, con quel golfo che si tinge di rosso e l’isola di San Pietro che riporta alla mente l’epopea della Magna Grecia, quella delle misteriose isole Cheradi narrate da Stradone. Il Castello, ricostruito dopo il 1480, con la sua mole severa ed armoniosa che sembra galleggiare sulle calme acque, dialoga con il grande porto. Nel borgo antico, domina il Duomo rifatto nel ‘700, all’interno del quale si notano i resti del mosaico originale e la settecentesca cappella di S. Cataldo, ornata da marmi ed affreschi. A farle da contrappunto la moderna Cattedrale, progettata negli anni ‘70 dall’architetto Giò Ponti. Notevoli sono le dimore che fondono assieme elementi di gusto barocco, rococò e liberty, tra cui il Palazzo Amati ed il Palazzo Buffoluti-Latagliata.

CASTELLANETA: Festa Patronale: San Nicola di Bari (6 dicembre); copatrono: San Francesco da Paola (seconda domenica di maggio)
L’antico abitato è aggrappato al ciglio di una gravina profonda 145 metri e larga 350: è uno dei più grandiosi valli pugliesi d’erosione, formato cioè dallo scorrere delle acque torrentizie provenienti dalla Murge. Il suo paesaggio è caratterizzato da sentieri mozzafiato sul baratro per l’improvviso aprirsi della spaccatura della terra. Sede vescovile dall'anno 1080, Castellaneta è un rinomato centro turistico-balneare pugliese. Sono presenti sul territorio aziende alimentari, agricole ed artigiane. Molto diffuso è l'allevamento. Paese natio di Rodolfo Valentino, posto su uno sperone emergente da una delle più profonde gravine delle Murge, Castellaneta conserva ampie tracce del suo passato: la Cattedrale, iniziata nel XIII sec. ed ultimata nel XIV, con soffitto ligneo del 1739 e il campanile trecentesco ad essa adiacente; la chiesa dell' Assunta (XIV sec.), in stile romanico pugliese goticheggiante ed il convento di San Francesco d'Assisi del XV sec. Castellaneta è citata nelle fonti altomedioevali principalmente con i nomi di Castanea, Castanetum e Castellum Unitum. Si chiama Bosco Pineto la lunga fascia costiera (circa 10Km) nella quale è situata Castellaneta Marina. Il centro turistico-balneare è immerso in un'area ricca di pini d'Aleppo. La presenza di discoteche, cinema, maneggi, ristoranti, centri commerciali, alberghi e campi da golf, rende Castellaneta Marina un punto di riferimento per le vacanze estive. La costa ha un mare cristallino, l'arenile è costituito da sabbia molto fine, dune e macchia mediterranea. Il territorio che si estende fino alla foce del fiume Lato è una riserva naturale.

MASSAFRA: Festa Patronale: Santissima Madonna della Scala, San Michele Arcangelo
Massafra include nel suo distretto uno dei più importanti complessi di monasteri dell’ Arte Bizantina e, proprio per questo motivo è conosciuta anche sotto il nome di “La Tebaide d’ Italia”. La sua caratteristica principale è la gravina, ricca di villaggi rupestri che rappresentano la spina dorsale degli sviluppi urbanistici, culturali e sociali dalla preistoria ai primi del Medio Evo. A testimonianza di questa civiltà rupestre si trovano cripte ed abitazioni grottesche circondate da architetture spontanee di straordinaria bellezza. Nel centro storico, caratterizzato da gruppi di piccole case bianche rifornite di archi, balconi e ballatoi, sorse la società medievale di Massacra, il patrimonio roccioso della gravina di S. Marco, il castello, la chiesa Madre del XII-XVI sec., la ex chiesa barocca di S. Agostino, la Torre dell’Orologio, il monastero di Gesù Bambino e quello di S. Benedetto. La vegetazione è quella classica mediterranea, con pini, ginepri, lecci, rosmarino e mirtillo. La zona piana, delimitata tra il mare e la zona ferroviaria, possiede un’attività agricola, con vigneti, uliveti e frutteti, molto redditizia, giustificando così la denominazione di “California d’ Italia”.

GIOIA DEL COLLE: Festa Patronale: San Filippo Neri (26 maggio)
Centro agricolo e commerciale, edificato nel primo Medioevo, conserva di quell’epoca un imponente Castello, rifatto da Federico II, che ospita attualmente il Museo Archeologico Nazionale. Da visitare nei dintorni l’area archeologica di Monte Sannace, dove sono stati rinvenuti abitati apuli. Sul frontone che separa le Murge di Nord-Ovest da quelle di Sud-Est, Gioia del Colle sorge in felice posizione, a metà strada fra il mar Jonio e l’Adriatico, a pressoché identica distanza dal centro lucano di Matera e dai centri pugliesi di Bari e Taranto. La collocazione, notevolmente strategica per le vie di comunicazione, sin dall’età preistorica le ha conferito uno sviluppo ed un ruolo crescenti, facendone un punto di confluenze e di scambi economici, commerciali e culturali. Genti diverse, quasi ininterrottamente, hanno abitato dal periodo neolitico il suo territorio, lasciando significative tracce del loro passaggio (le necropoli dolmeniche di Masseria del Porto, gli insediamenti peuceti della Castelluccia e di Santo Mola) ed approdando in età bizantina ad una compiuta forma urbana nell’attuale sito della città (borgo di S. Nicola). Fra le testimonianze archeologiche e storico-architettoniche di rilievo si impongono anche all’attenzione del visitatore più distratto la zona archeologica di Monte Sannace, uno dei centri più importanti della Peucezia, e il castello normanno svevo, legato alla figura di Federico II e di Bianca dei Lancia. Centro agricolo fra i più floridi della provincia, vanta una produzione di rilievo nei settori zootecnico e vitivinicolo (il vino primitivo di Gioia del Colle).

MARTINA FRANCA: Festa Patronale: San Martino e Santa Comasia (11 novembre)
Deriva dal luogo sul quale sorse il primitivo centro, il colle di San Martino, e dalle franchigie concesse dai vari sovrani col fine di popolare la città. Sembra che siano stati gli Angioini a chiamarla "Franca", proprio perché franca d'ogni onere fiscale. Gli abitanti si chiamano Martinesi.E’ un comune di 49.156 abitanti della provincia di Taranto. Posto ad una altitudine di 431 metri s.l.m., copre una superficie di 295 km2.situata sulle colline sud orientali della Murgia a 431 metri s.l.m. con splendide vedute sulla valle d'Itria. Le origini di Martina Franca risalgono al X secolo, quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi tarantini, fuggiti dalle continue devastazioni dei Saraceni, e ai quali si aggiunse successivamente una comunità di pastori. Intorno al 1300 fu eletta comune su ordine del Principe di Taranto Filippo I d'Angiò, ma secondo alcuni documenti storici, è possibile ipotizzare che Martina Franca fosse stata prima di quella data anche un'avamposto militare a guardia del territorio di Taranto o una residenza di qualche nobile. È certo però che Filippo I concesse Martina a Pietro del Tocco per ricompensarlo dei servigi da lui svolti. Il territorio all'epoca consisteva in un castello situato storicamente nell'attuale zona denominata "Montedoro", e da due miglia di terreno intorno al castello, sottratto dal territorio di Taranto, dall'Università di Monopoli e dall'Università di Ostuni per l'insediamento rurale di contadini e "Messeri" (in martinese ù masser, cioè padrone di poderi e vasti terreni). Sembra che Filippo d'Angiò avesse concesso anche dei diritti e delle franchigie a chi fosse venuto ad insediarsi a Martina, e per questo fu denominata "Franca". Il nome della città è dedicato al Santo patrono San Martino, festeggiato l'11 novembre. La tradizione vuole che il Santo sia più volte corso in aiuto dei cittadini, proteggendoli in varie occasioni dalle invasioni barbariche e dall'assalto del nemico.

NOCI (nuovo): Festa Patronale: San Rocco (prima domenica di settembre); Madonna della Croce (3 maggio)
Noci, nel cuore della Puglia,sorge sullo spartiacque murgiano a trenta minuti dal Mar Adriatico e dal Mar Ionio. Il suo territorio caratterizzato dalla presenza di boschi,pascoli e antiche masserie,ha un’altitudine compresa fra i 350 e i 470 metri sul livello del mare e un clima molto salubre. Il borgo antico,ampliamente abitato,emana un fascino autentico per la sua semplicità, per il bianco dei muri a calce, per le sue gnostre (strade chiuse in forma di corte). La presenza di buone strutture ricettive e il senso di ospitalità che vi respira unitamente ai numerosi ristoranti, trattorie, forni e ristori, ne fanno parte un ottimo punto di soggiorno per visitare la Puglia. Tra i parchi più importanti di Noci troviamo il “Parco Letterario Formiche della Puglia”, un suggestivo percorso tra le più belle masserie che caratterizzano il territorio:un itinerario sempre affascinante ha inizio dalla Masseria Angiulli e prosegue presso le tenute Monache, De Tintis, Bonelli, Sorresso, Scozia Vecchia, Murgia Albanese. Ripercorrendo storicamente le avventure dei briganti,è l’occasione ideale per riscoprire e riappropriarsi dell’identità legata al proprio territorio.

BRINDISI: Festa Patronale: San Lorenzo da Brindisi, San Teodoro d'Amasea (primo weekend di settembre)
Inevitabile porto per l’imbarco in ogni epoca verso la Grecia o l’Asia, Brindisi ha sempre avuto il ruolo di “Porta d’Oriente”. Da visitare sono la Chiesa romanica di San Giovanni al Sepolcro del XII secolo, la Chiesa della Trinità e di Santa Lucia, la Cattedrale, della cui primitiva costruzione romanica del 1089 rimangono solo i resti dell’abside, la Chiesa di San Benedetto del 1080 e il Museo Archeologico. Molto bella è anche la Chiesa di Santa Maria del Casale a circa 2 Km. dalla città, che è sicuramente il più originale e bel monumento medievale di Brindisi, in stile romanico. Da non perdere una gita alle isole di Sant’Andrea, dove si può ammirare il Castello Rosso, così chiamato per le particolari colorazioni prodotte dal tufo utilizzato.

CAROVIGNO (nuovo): Festa Patronale: Maria S.Sma di Belvedere, SS. Giacomo e Filippo (lunedì, martedì e sabato dopo Pasqua)
Sorta sull’ultima delle colline del sub appennino dauno, a 171 mt. dal livello del mare, Carovigno risulta essere una tra i borghi più antichi d’Italia. Della città ne parlò lo storico Clearco Solense chiamandola col nome greco “KARBINA”, ovvero “terra fruttifera”. Carovigno, testimone di antichi insediamenti neolitici,figlia dei Messapi,contaminata dal mondo della Magna Grecia,fu anche importante centro dell’antica Roma. Con la vicina Brindisi ; coniò moneta cui fu dato il nome di CARBRUN (Carovigno-Brindisi). Caduta sotto l’impero romano, fu conquistata anche dai Normanni e nel Medioevo. Verso la fine del XII secolo vide nascere un maniero difensivo che nel corso dei secoli verrà trasformato in un bellissimo Palazzo nobiliare, il castello. Attorno al castello si concentra la città antica:”la terra”, in essa si racchiude un piccolo gioiello dove vengono ad incastonarsi le piccole e bianche case in pietra che si specchiano le une nelle altre tra i mille veicoli e viuzze lastricate in pietra carovignese. Il Castello Dentice di Grasso, costruito nel secolo XIV – XV e restaurato nel 1906, fu in origine un avamposto militare e nel passare dei secoli divenne elegante residenza nobiliare. Il castello di Carovigno sorge in posizione eccentrica, sul punto più alto del paese e per questo strategicamente più adatto alla difesa. Esso ha un impianto triangolare con torrioni ai vertici. Caratteristico il “Torrione a Mandorla” costruito nel XVI secolo sotto i Loffreda,è un raro esempio dell’architettura militare italiana. Altro Castello è quello di Serranova,esso sorge in un piccolo borgo vicino al mare e distante da Carovigno. Ci sono poi le Torri Costiere, Torre Santa Sabina e Torre Guaceto sono due delle torri costiere edificata probabilmente nel XV secolo come torri di avamposto per l’avvistamento di incursioni che venivano dal mare

LECCE: Festa Patronale: Sant'Oronzo, San Giusto, San Fortunato (26 agosto)
Considerata una delle capitali storiche dell’arte barocca, Lecce è una città di grande fascino, che desta sorpresa e ammirazione per la nobiltà dei suoi palazzi e l’indiscutibile bellezza delle sue chiese. Da visitare sono il Duomo, edificato nel XII secolo, ma rifatto nel XVII secolo in stile barocco, il cui campanile è davvero notevole, il Palazzo Vescovile e il Seminario, la Chiesa di Sant’Irene, dalla facciata cinquecentesca, la Basilica di Santa Croce, edificata tra il 1549 ed il 1644, e la Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, in cui le aggiunte barocche nulla hanno tolto alla primitiva costruzione. Molto interessanti da un punto di vista artistico sono anche la Chiesa di Santa Chiara, edificata nel XVII secolo, al cui interno si possono ammirare alcune pitture del Solimenta e della Scuola napoletana, la Chiesa di San Matteo, pittoresco esempio dello stile barocco-leccese, il Castello, risalente alla metà del XVI secolo, il Museo Archeologico Provinciale e l’Arco di Trionfo. Molto belle sono, inoltre, la cinquecentesca Chiesa di San Francesco da Paola, la Chiesa del Gesù e la Chiesa del Rosario, tutte del XVII secolo, e la colonna votiva di Sant’Oronzo.

OTRANTO: Festa Patronale: Beati Martiri di Otranto (14 agosto)
È l’abitato più orientale d’Italia. Nel 1480 fu preso e messo a sacco dai turchi e le ossa di 560 vittime di quella tragica vicenda sono nella cappella dei Martiri della Cattedrale, il principale monumento cittadino. L’edificio risale all' XI secolo; ha un bel rosone gotico quattrocentesco in facciata e una cripta (sec. XI) su 42 colonne con affreschi di gusto bizantino. Di grande interesse è il vastissimo mosaico pavimentale della chiesa (1166) con, contornate di nero su fondo bianco, rozze e vigorose, le figurazioni dell’Albero della Vita. La città vecchia è in gran parte racchiusa da mura. In alto emerge il poderoso Castello aragonese (fine sec. XV).

SANTERAMO: Festa Patronale: Sant’Erasmo (2 giugno)
La città di Santeramo nasce in età tardoantica attorno ad un monastero benedettino dedicato al culto di Sant’Erasmo. Resta un piccolo casale dipendente dalla vicina Acquaviva fino alla seconda metà del XIV secolo. In particolare, nel 1410 avviene la vendita del “castrum S. Herasmi” da parte del re Ladislao a favore di Buccio dei Tolomei da Siena, un fedelissimo capitano d’origine toscana che sarà anche al servizio della regina Giovanna II. Il figlio, Salvatore de Senis, sposa Maria del Balzo e resta feudatario di Santeramo fino al 1468, quando il feudo passa, attraverso la figlia Aurelia, alla famiglia Carafa. Apparterrà ai marchesi Carafa fino all'età moderna. Recenti scavi archeologici in località Sant'Angelo hanno portato alla luce una grotta adibita al culto di San Michele Arcangelo. Scavi di approfondimento sono tuttora in corso, ma già sono ritrovate migliaia di iscrizioni devozionali ed alcuni affreschi risalenti al Basso Medioevo.

CISTERNINO: Festa Patronale: San Quirico e Giulitta
Bianca, quasi abbagliante, Costernino da un lato è accarezzata da uno dei versanti della Valle d’ Itria e dall’altro domina le colline degradanti verso la costa, offrendo in tal modo paesaggi irripetibili. Lo spontaneismo dominante rende l’intero centro storico del paese, uno dei meglio conservati tanto da annoverarlo tra “I BORGHI PIÚ BELLI D’ ITALIA”, questo perché l’essenza stessa di questa filosofia riconduce sia ad un modo di vivere che ad un legame sempre vivo e presente con consuetudini e tradizioni. Ogni cosa riporta ad una civiltà spontanea, quella contadina, che è sinonimo di saggezza e ospitalità. Del villaggio preromanico Costernino conserva le “specchie”e i “dolmen” oltre alle tombe e agli altari. Il centro storico, le cui origini risalgono al IX-X a.c., appare unico e compatto, costituito da piccole abitazioni che non superano i due piani, con ripide scalinate, archi e balconi che sporgono appena; ed è proprio il nucleo storico che in occasione di sagre e manifestazioni, diviene un palcoscenico naturale. Da visitare la Chiesa Madre dedicata a S. Nicola, sorta nel XIII secolo, in stile romanico-pugliese e il Santuario della Madonna d’ Ibernia, di struttura romanica.

LOCOROTONDO: Festa Patronale: San Rocco (16 agosto); San Giorgio (23 aprile)
Nella Valle d’ Itria, circondata da piccole alture, si affaccia Locorotondo. Armoniosamente tondeggiante, il paese deve il suo nome alla morfologia assunta dal primo centro abitato sorto intorno all’anno mille. a scriverne la storia sono state proprio le attività di intere generazioni avvicendatesi nel lavoro dei campi. È possibile ammirare vigneti e oliveti che si estendono a vista d’occhio, allineati, curati amorevolmente e disposti con amorevole precisione. Proprio da questi pregiati vigneti si ricava un vino bianco, dal gradevole profumo e ottimo per accompagnare i pesce, la cui denominazione è il D.O.C. Locorotondo. Il borgo antico della cittadina si presenta con abitazioni rettangolari i cui tetti spioventi definiti “cummerse”, sono realizzati in chiancarelle, le stesse dei trulli, che punteggiano di bianco tutte le tonalità di verde delle campagne. Degni di nota sono la chiesa romanica di Santa Maria la Greca e la neoclassica chiesa Matrice. Saporiti sono i piatti della tradizione gastronomica locale, come le orecchiette di semola e di grano duro con ragù di coniglio, gli involtini di trippa d’agnello adulto cotti in un intingolo con aggiunta di cipolla.

CRISPIANO: Festa Patronale: Santa Maria della Neve (5 agosto)
Cristiano è situato a nord id Taranto al centro di una serie di colline come quella del Monte Specchia, il Monte Calvello e il Monte della Gravina. L’origine del suo nome, secondo alcuni studi, pare derivi dal nome dei Santi Crispo e Crispiniano che al tempo di Diocleziano si trasferirono in questa cittadina dove, fu loro dedicata una chiesa. Verso gli anni 1100-1200, la facilità di acquistare terreni, l’esenzione quasi totale dalle tasse, la comodità di un sacerdote fisso, favorirono una notevole immigrazione dando il via alle prime coste che permisero ai crispianesi di abitare in case più decorose delle grotte.nel 1860 Crispiano fu invasa dai briganti che formarono un vero e proprio nucleo terroristico e, pian piano se ne impossessarono requisendo agli abitanti ogni sorta di beni come oro, masserie, case e terreni. Solo qualche anno più tardi, la Guardia Nazionale di Taranto riuscì a liberare Cristiano dai suoi oppressori. In seguito, grazie al continuo aumento della popolazione, divenne frazione di Taranto, poi verso il 1882 venne presentato al sindaco di Taranto la richiesta di autonomia che gli fu concessa nel novembre del 1919, anno in cui Cristiano divenne finalmente comune autonomo.

GROTTAGLIE: Festa Patronale: San Francesco da Geronimo, San Ciro (31 gennaio)
Grottaglie è situata sulla Via Appia che collega Taranto a Lecce; la pianura che la circonda è fertile di ulivi e vigneti che assicurano la produzione di un ottimo vino. È stata fondata intorno al X secolo dagli abitanti di quelle grotte visibili ancora oggi nelle gravine circostanti come: Lama del Fullonese, Raggio, Casalpiccolo. Vicino al le gravine sorge il Santuario di Santa Maria Mutata, nei cui pressi si trova un antico villaggio messapico con struttura murarie e tombe, affiancato da tombe romane con iscrizioni latine. Nel centro dell’abitato sorge il Castello del XV secolo mentre in Piazza Margherita spicca la Chiesa Matrice con portale e facciata romanico-pugliese e all’interno la fastosità barocca della Cappella del Rosario. Da visitare anche Chiesa del Carmine ove è possibile ammirare il Presepio di Stefano da Putignano e i Santuario di S. Francesco De Geronimo, Santo e Patrono della cittadina grottagliese. Nella gravina di Casalpiccolo si trova una chiesa grotta con affreschi e iscrizioni in greco, mentre nella gravina del Fullonese si può vedere un calvario del XVII secolo scavato nel tufo. La fama di questa cittadina è legata all’arte praticata della ceramica. Famosa la ceramica rustica pugliese con i suoi tipici colori:bianco con rigatura blu o gialla ed un “galletto” tipico, rappresenta meglio di ogni altro prodotto artigianale la Puglia.

MANDURIA: Festa Patronale: San Gregorio Magno (12 marzo)
Situata sulle Murge tarantine, Manduria gode di un clima tipicamente mediterraneo con estati lunghe e calde ed inverni miti. ? una tra le più grandi e attive cittadine della provincia di Taranto e, deve la sua floridezza alla favorevole confluenza delle vie di comunicazione tra Taranto, Lecce e Brindisi. Trae i suoi benefici da un territorio fertile ed esteso, occupato da villette rustiche e fattorie dedite ad attività agro-pastorali, intensamente coltivato a vigneti e oliveti che producono olii e vini pregiati tra cui il famoso “Primitivo di Mandria D.O.C.”. Notevole l’attività editoriale e tipografica , e di alcune industrie manifatturiere collegate al territorio. La vegetazione tipica del territorio è la Macchia Mediterranea (arbusti sempre verdi, piante arboree, muschi, funghi e licheni). Nell’area archeologica, monumento simbolo della città è il Fonte Pliniano (da Plinio il Vecchio). Si tratta di una grande caverna naturale, risalente all’epoca messapico, scavata nella roccia; all’interno una vasca cinta da un muro rotondo da cui, attraverso un pozzetto quadrato, scorre l’acqua della Fonte che, alcuni ritengono essere benefica. Sempre nel Parco Archeologico è possibile ammirare le Mura Messapiche o Megalitiche, costruite in triplice cinta muraria, testimonianze della grandezza del popolo messapico.

CEGLIE MESSAPICA: Festa Patronale: Sant’Antonio da Padova (13 giugno)
Ceglie Messapica fu fondata dai greci sotto il nome di Kailìa. Memorabili furono le battaglie combattute dalla città contro l’invadenza di Taranto che cercava uno sbocco sul mare Adriatico ma, quando la politica imperialistica di Roma si abbatté sulle antiche città del Salento appropriandosi delle terre, Ceglie si ritrovò ridotta ad un misero villaggio. Più tardi fu ribattezzata “Celie de Galdo”, ossia Ceglie della Foresta poiché appariva circondata da boschi, mentre nel maniero viveva un barone che dominava il feudo. Il riscatto della città iniziò con monaci italogreci, che avevano fondato dei monasteri di cui restano testimonianze nell’abbazia di S. Anna e nella chiesa della Madonna della Grotta. All’inizio del Regno Sabaudo, Ceglie conobbe un periodo di sviluppo imprenditoriale ed economico come dimostrano i suoi impianti industriali di rilevanza nazionale, le opere pubbliche ed i monumenti come: il Politeama “Giacosa” e la chiesa santuario di S. Rocco, la Torre dell’Orologio in Piazza Plebiscito e la chiesa di S. Gioacchino. Ora Ceglie oltre a rappresentare un centro di natura sociale, civile e culturale, vanta con fierezza le sue prelibate proposte gastronomiche come le orecchiette, gli involtini di trippa e i fegatini.

GALLIPOLI: Festa Patronale: San Sebastiano, Sant’Agata (20 gennaio)
«Paiare» e muretti a secco punteggiano la costa finché lo Ionio non svela in tutto il suo splendore Gallipoli, la città «bella» («kalè polis», in greco), apparentemente un’isola nel mare, con le cupole abbaglianti delle sue chiese. Giustamente famosa, Gallipoli è, con Lecce, con Otranto e con Leuca, una delle meraviglie del Mediterraneo e merita una sosta prolungata.
Il borgo medioevale, i vicoli tortuosi e stretti che irrompono fin dentro le case, i bastioni, il castello, le chiese, la fontana greca rimaneggiata in epoca rinascimentale, i palazzi baronali rappresentano un’attrazione che raramente una città può dare e rendono altamente istruttiva una vacanza consumata nell’abbraccio caldo della sua ospitalità. E poi il bianco delle sue case, il bianco che abbaglia, su cui si staccano i giardini fioriti ai balconi e alle finestre, come in una corte lusitana, e poi i profumi del mare, la sua gente cotta dal sole e da venti di bufera e di sale. Al mare guardano la chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo «Malladrone», l’orrida bellezza di memoria dannunziana, e la «Purità» degli scaricatori di porto, quasi a voler ricordare la debole misura della quotidianità di fronte alle meraviglie del Creato. Lido Conchiglie, una distesa di dune, la spettacolare Montagna Spaccata, ed è subito la riviera di Nardò: Santa Maria al Bagno, già famosa per le sue terme e per il porto romano, ridente località balnerare, e Santa Caterina, protetta dalla «Torre dell’Alto» che la domina dal «dirupo della Dannata» e dall’omonima torre del XVII secolo. Notevole in questa zona il Parco naturalistico di Portoselvaggio, con la Grotta del Capelvenere e la Grotta di Uluzzo, mentre invitanti e trasparenti sono le acque della Baia di Uluzzo, con gli archivi della preistoria nelle grotte del Cavallo e di Uluzzo. Un cenno a parte merita la «Palude del Capitano», pozzi e anfratti carsici dove i profumi delle tamerici, della salvia, dei giunchi spinosi e della flora mediterranea si fondono con i colori intensi delle acque risorgive del mare, offrendo l’ambiente ideale per molte specie animali.



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