Situata sull’altopiano delle Murge, a 45 km dalla costa ionica, la città di Matera offre ad un attento osservatore un panorama ricco di attrattive naturali e culturali. Essa vanta grande popolarità soprattutto grazie ad una organizzazione urbanistica davvero originale, quella dei Sassi, riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1993. L’insediamento occupa due anfiteatri naturali, il Sasso Caveoso a Sud e il Sasso Barisano a nord, divisi da uno sperone sul quale sorge la Cattedrale di Matera, in stile romanico-pugliese, la cui facciata principale è sovrastata dalla statua della Madonna della Bruna, mentre sui lati vi sono quelle dei Santi Pietro e Paolo, Eustachio e Topista. Al suo interno possono essere ammirati importanti affreschi, quali il Giudizio Universale, facente parte della decorazione pittorica del XIII secolo, attribuito a Rinaldo di Taranto.
Passeggiando per i Sassi si potrà notare la quantità e la ricchezza di chiese, palazzi, edifici, scavati nella roccia e terrazze, che fungono da tetti per gli edifici sovrastanti.
Sia nel Sasso Barisano che in quello Caveoso, si trovano i Musei della Civiltà Contadina, che illustrano lo stile di vita della popolazione rurale fino agli anni ’50.
Da visitare sono anche la Chiesa di San Francesco, risalente alla prima metà del ‘200, la Chiesa di San Domenico, il Seminario, il Monastero di Santa Chiara, la Chiesa del Purgatorio. Interessante da un punto di vista artistico è il Palazzo Lanfranchi, risalente al 1670, sede del Seminario fino al 1864 e successivamente del liceo “Duni”, dove insegnò Giovanni Pascoli. Esso ospita la Fondazione Carlo Levi e la Pinacoteca D’Errico.
Di interesse artistico sono il Castello Tramontano (XVI secolo), Palazzo sedile, sede del Conservatorio, Palazzo Enselmi, Palazzo Giudicepietro, Palazzetto Santoro
Degni di nota, inoltre, sono il Museo Archeologico Nazionale, che occupa i locali dell’ex monastero di Santa Chiara, e il Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna.
Nei dintorni di Matera, nella Murgia Materana vi è il Parco delle Chiese Rupestri in cui è possibile visitare circa 130 chiese rupestri, che risalgono ad un periodo compreso tra il VI e il XVIII secolo, fra cui quelle di maggiore interesse artistico sono la chiesetta di Santa Maria De Idris, interamente scavata nella roccia calcarea, e la chiesetta di Santa Lucia delle Malve, la più bella chiesa dei Sassi, ricavata nel XII secolo da una laura basiliana.
Tradizionale e caratteristica è la festa popolare del 2 luglio in onore della Madonna Santissima della Bruna. Da giugno a ottobre nelle chiese rupestri della Madonna delle Virtù e di San Nicola dei Greci ha luogo la Mostra Internazionale di Scultura.
Lo splendido scenario naturale offerto dalla città di Matera è stato utilizzato anche per effettuare numerose riprese cinematografiche, fra cui Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, King David con Richard Gere, La Lupa di Alberto Lattuada, The Passion di Mel Gibson e L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore.
MIGLIONICO
Situata su una collina tra il fiume Bradano e il fiume Basento, Miglionico offre al turista un meraviglioso spettacolo naturale, che si estende dal lago di San Giuliano ai monti dell’Appenino.
Famoso e degno di nota è il castello del Malconsiglio, risalente al XV secolo e così denominato perché al suo interno i baroni organizzarono una congiura contro Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli, conclusasi con la sanguinosa strage dei congiurati nella grande sala al primo piano.
Al centro dell’abitato, in piazza del Popolo, sorge la Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, risalente al XIV-XV secolo, che conserva al suo interno tele del ‘500 e statue in legno del ‘700. Nelle vicinanze del comune, inoltre, è situata la Chiesa di San Francesco, che è affiancata da un piccolo convento con campanile romanico.
Nel mese di Settembre, per la Madonna della Porticella, si svolge la caratteristica Sagra dei Fichi, mentre a giugno si festeggiano i Santi Pietro e Antonio, patroni della città.
MONTESCAGLIOSO
La città di Montescaglioso, situata su un colle, offre al turista un bel panorama sulle gravine e verso la valle del Bradano.
Da visitare è l’Abbazia di San Michele Arcangelo, decaduta nel Medioevo e ricostruita alla fine del ‘400, che conobbe un periodo di grande splendore dal ‘500 alla fine del ‘700. Al suo interno si possono ammirare un bellissimo colonnato e stupendi cicli affrescati dipinti dai maggiori artisti della Basilicata. Adiacente all’abbazia è la Chiesa di Sant’Angelo, con cupola cilindrica del periodo rinascimentale e campanile con bifore.
Interessante, per le testimonianze di vita contadina che offre, è il Museo Etnografico, collocato all’interno del convento di San Francesco.
Degno di attenzione, infine, è il Duomo, dedicato ai SS Pietro e Paolo, ricostruito nel 1823 in stile barocco.
Il carnevale e la festa patronale di San Rocco, il 20 agosto, sono manifestazioni importanti del folclore locale. A dicembre, inoltre, si svolge la Sagra delle pettole.
FERRANDINA
Immersa fra gli oliveti, Ferrandina si erge su un colle, in posizione dominante sulla valle del Basento.
Attivo centro culturale, che diede i natali anche a Domenico Ridola, appassionato studioso della storia della Basilicata, la città è sovrastata dalla torre e dalla mole del Monastero di Santa Chiara, risalente al Seicento e al cui interno l’altare maggiore racchiude un bel tabernacolo in argento cesellato e dipinti della scuola Salimbene del XVIII secolo.
Di grande interesse artistico è la Chiesa Madre di Santa Maria della Croce (XVII secolo), dotata di tre cupole in stile bizantino e di portali cinquecenteschi. Al suo interno vi sono una statua lignea della Madonna col Bambino del 1530 e nell’abside le statue lignee di Federico d’Aragona e Isabella.
Nei dintorni del paese, da visitare sono le chiese rurali della Madonna della Stella e quella della Madonna dei Mali.
Per le vie del paese, infine, si possono ammirare interessanti palazzi privati risalenti al ‘700.
La terza domenica di maggio si svolge la manifestazione patronale di Santa Maria della Croce.
POMARICO
Sorta su una altura fra i fiumi Bradano e Basento, la cittadina di Pomarico ha origini antichissime, probabilmente risalenti al V secolo a. C.
Sovrasta la città il Palazzo Marchesale, o di Donnaperna (XVII-XVIII secolo), di notevole interesse artistico con la sua struttura tipicamente secentesca. Sede del Museo dell’arte contadina, d’estate esso ospita nel cortile interno manifestazioni teatrali e musicali. Da visitare è la Chiesa di San Michele, la cui facciata è in stile barocco. Al suo interno si possono ammirare alcuni dipinti del maestro olandese Teodoro di Errico, di Pietro Antonio Ferro e del napoletano Andrea Vaccaro.
Interessante è il Convento di Sant’Antonio, attualmente sede del Municipio, risalente al XVI secolo. All’interno della chiesa omonima sono conservati un coro ligneo intagliato, opera di Fra’ Angelo di Laurenzana, un quadro di Pietro Antonio Ferro e nell’abside tele di Domenico Guarino.
A maggio si svolge la festa patronale di San Michele Arcangelo.
GROTTOLE
Piccolo borgo situato sulla cima di una collina tra il fiume Basento e il lago di San Giuliano, Grottole vanta origini antichissime, addirittura preistoriche.
Caratteristica della città è la presenza di piccole grotte preistoriche ai piedi del paese, dette Criptulae, ancora oggi utilizzate dagli artigiani che lavorano vasi di argilla.
Interessante dal punto di vista artistico è l’antica Chiesa di Santa Maria la Grotta, riconsacrata a San Rocco, con la facciata in stile romanico.
Testimonianza della passata storia del centro è la Chiesa Madre dei Santi Luca e Giuliano, sulla cui facciata principale sono presenti lo stemma di Grottole e le sculture in pietra dell’Eterno Padre con i Profeti. Nei pressi del paese, arroccato su un colle, si può ammirare il Castello feudale, a base quadrata con torri, di cui oggi resta solo quella centrale.
La prima domenica di maggio si celebra la festa di Sant’Antuono, mentre nel mese di agosto si svolge la manifestazione patronale di San Rocco.
IRSINA
Posta sul confine tra la provincia di Potenza e quella di Bari, la cittadina di Irsina domina la vallata del fiume Bradano.
Da visitare è la Cattedrale dell’Assunta (XIII secolo), di cui si possono ammirare la facciata barocca e il campanile a bifore in stile gotico. Al suo interno, degni di nota sono una serie di tele di scuola napoletana del XVI e XVII secolo e una statua in pietra policroma di Sant’Eufemia, attribuita a Mantegna, conservata nella cappella a destra dell’altare maggiore.
Interessanti sono la Chiesa del Convento di San Francesco (XII secolo), in cui si possono ammirare affreschi di scuola senese del XIV secolo con raffigurazioni del Redentore, l’Incoronazione di Maria, la Crocifissione e la Resurrezione, e la Chiesa del Purgatorio, al cui interno è presente una bellissima tela raffigurante Le nozze di Cana, risalente al ‘600.
Degno di nota per le testimonianze storiche e archeologiche che offre è il Museo Canora, in cui sono esposti vasi arcaici, manufatti preistorici, monete, cimeli e costumi femminili del ‘700.
A settembre si svolgono i festeggiamenti patronali in onore di Sant’Eufemia.
TRICARICO
Situato su un colle tra la provincia di Matera e quella di Potenza, Tricarico presenta il più suggestivo e importante centro storico di carattere medievale. La sua fama è legata ai natali di Rocco Scotellaro, poeta e studioso dei problemi del Mezzogiorno.
Importante per il suo valore artistico è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui costruzione è attribuita a Roberto il Guiscardo, attorno al 1061. L’originario stile romanico è scomparso a causa delle numerose ricostruzioni che l’edificio ha subito. Degni di nota sono il bellissimo portale bronzeo, e al suo interno i dipinti di Pietro Antonio Ferro. Nella zona più alta della città si erge il castello normanno (IX-X secolo), con torre cilindrica. Nel 1333 esso fu trasformato nel Convento di Santa Chiara. Nella Chiesa del complesso è possibile ammirare la Cappella del Crocifisso, affrescata dal Ferro.
Da visitare, inoltre, sono l’Arco di Ladislao, di fattura rinascimentale, il Palazzo Ducale, la Chiesa-convento del Carmine, in cui sono presenti affreschi del Ferro.
A maggio ha luogo una festa popolare nel “Bosco di Fonti”. Tradizionali e pittoresche sono le manifestazioni relative al Carnevale. Il 14 gennaio si festeggia San Potito Martire, patrono della città.
SALANDRA
Sorta su una collina, la città di Salandra domina la valle del torrente Salandrella, offrendo un panorama eccezionale.
Interessante per le sue caratteristiche artistiche è il Convento dei Riformati, risalente al XVII secolo, di cui pregevole è il chiostro. Molto bella è soprattutto l’annessa Chiesa di Sant’Antonio, di cui degni di nota sono il portale settecentesco e due sculture in stile romanico rappresentanti dei leoni. Al suo interno si possono ammirare un polittico del XVII secolo attribuito a Fra’ Simone di Firenze, che raffigura la Madonna con il Bambino, ed un altro polittico, opera di Antonio Stabile, risalente al 1580.
All’interno del paese sono visibili le rovine del Castello, risalente al XII secolo, di cui rimangono le mura e due arcate.
Il 16 agosto si svolge la festa patronale in onore di San Rocco.
STIGLIANO
Collocata nelle vicinanze dei monti Serra e Puponero e del bosco Montepiano, la cittadina di Stigliano costituisce un ottimo punto di partenza per interessanti escursioni, oltre ad offrire una visione panoramica della valle del fiume Sauro.
Di grande interesse artistico è e la Chiesa Madre dell’Assunta, la cui facciata è barocca e che custodisce un dossale ligneo (1602), un coro intarsiato (1831) e alcuni dipinti del XVI secolo, tra cui un polittico attribuito a Simone da Firenze, e una Sant’Anna con la Vergine e il Bambino di un pittore napoletano dell’inizio del XV secolo.
Molto bella è anche la Chiesa di Sant’Antonio che, ristrutturata recentemente, conserva una stupenda facciata seicentesca e al cui interno è possibile ammirare il Crocifisso ligneo del 1600 in grandezza naturale.
Artisticamente rilevante è il Convento dei Riformati, attualmente sede del municipio, sul cui chiostro è murato lo stemma comunale con l’immagine di Tullio Ostilio.
Il 13 giugno si festeggia Sant’Antonio da Padova, patrono del paese.
ACCETTURA
Sorta alle pendici del Montepiano, Accettura si estende sul territorio della foresta di Gallipoli Cognato.
Interessante è la Chiesa Madre di San Nicola, caratterizzata da una cupola particolare. Al suo interno si possono ammirare una tela del ‘600 raffigurante l’Assunta e un dipinto che rappresenta la Madonna col Bambino.
Da visitare è la Chiesa di Sant’Antonio, che conserva un reliquario in legno policromo del XVII-XVIII secolo, raffigurante San Giuliano.
D’interesse artistico è la Chiesa dell’Annunziata, sulla cui facciata è possibile ammirare un dipinto del XIX secolo, impresso su delle piastrelle di maiolica, raffigurante l’Annunciazione.
Nei giorni vicini alla Pentecoste tutti gli anni, nel bosco di Montepiano, si svolge la festa del Maggio, antichissimo rito propiziatorio che rappresenta il matrimonio fra due alberi.
SAN MAURO FORTE
Probabilmente fu fondato dai Sanniti. Prese nome da San Mauro, discepolo di San Benedetto. Boschi e oliveti caratterizzano la strada che porta a S. Mauro Forte, da cui si raggiunge il Palazzo comunale del '600 (quadri d'epoca e del '700 di scuola napoletana); vi è anche il Palazzo Lauria, col bellissimo portale del 1770, con mobili preziosi, tra cui spiccano due grandi scrigni veneziani del '600 in ebano e bronzo. Nella zona molte grotte hanno dimostrato che già in epoca preistortica S. Mauro Forte era abitato. Nel territorio sammaurese si producono cereali, vino ed olio. Nello stemma del paese San Mauro Forte: l'origine di San Mauro Forte risale all’XI secolo, quando sulla rupe tufacea su cui sorge l’abitato si insediarono una abbazia benedettina soggetta alla giurisdizione barone vassallo del conte di Montescaglioso. Tale barone oltre a costruirvi il proprio palazzo intorno all’anno 1100 fortificò tutto l’abitato, erigendo sul lato orientale della rupe una torre a tre piani oggi situata al centro della piazza principale del paese e per secoli simbolicamente riprodotta in dipinti e stemmi familiari. L’accesso al paese era assicurato da quattro porte principali: porta Piazzile ancora oggi presente nelle mura nord-occidentale dell’abitato, il portello del barone, porta S. Lucia e portello Jodice andate distrutte (esistono ancora i ruderi). Singolare è la chiesa dell’Annunziata, eretta su un terreno donato nel 1483 ai Francescani Minori Conventuali, i quali costruirono anche un Convento molto grande. Questo, anche se incompleto, ha 5 piani ed occupa, con i cortili ed il chiostro, un’area di oltre 4000 metri quadri, Il cosiddetto “grottone dei monaci”, un ipogeo usato per la vinificazione, misura da solo 300 mq. Il convento, requisito ai frati con decreto di Gioacchino Murat del 1809, è ora proprietà privata di molti cittadini ed in passato è stato adibito a caserma prima dai Borboni poi dall’arma dei carabinieri.
GORGOGLIONE
Nel Bacino del fiume Agri, a circa 800 m.s.l.m.; sorge Gorgoglione, centro agricolo rinomato per la lavorazione della pietra locale, le cui origini risalgono al IV secolo a.C., come testimoniano alcuni reperti archeologici rinvenuti in zona e esposti presso il Museo Ridola di Maratea. Da vedere la Chiesa Madre dell’Assunta, in origine edificata in stile romanico poi rimaneggiata in stile barocco nel 1500. Nei dontorni sorge il Santuario della Madonna del Pergamo, antico luogo di culto marino, situato a circa M. 1000 di altitidine.
PIETRAPERTOSA
Le rocce di sorprendente sagoma che formano il paesaggio hanno nomi immaginosi: Aquila Reale, Grande Madre, Incudine... Il paese, in quota (è il più alto comune della regione), è al termine di un diverticolo della moderna strada Basentana sul versante meridionale della costa di San Martino, avvolto in remote memorie, con un’origine di avamposto saraceno.La chiesa Madre, Eretta nel 1474, ha un profondo atrio ad arconi; nell’interno sono un coro ligneo del 1570, un pastorale gotico in avorio e tele seicentesche. Nella chiesa dei Minori Osservanti, decorata di affreschi seicenteschi di Giovanni Luce da Èboli e Giovanni Todisco, sono un altro pregevole coro ligneo del sec. XVII e un polittico cinquecentesco. Da segnalare nei dintorni è Castelmezzano m 750, km 10 a nord-ovest. Il paese, sul versante occidentale della costa di San Martino, non è in linea d’aria che a un paio di chilometri, ma il percorso per strada panoramica comporta una discesa e una tortuosa risalita. Il paesaggio è quello delle cosiddette Dolomiti Lucane* plaga di folti boschi, viste di coltivi, dolci profili su cui si alzano alte creste, episodi di rupi che ben giustificano il nome. In Castelmezzano, atmosfera montanina, una Madonna lignea della metà del sec. XII nella Parrocchiale e la vista, da altra angolatura, delle bizzarre rocce di Pietrapertosa.
CIRIGLIANO
Il piccolo centro, situato su di una collina, è di origine remota e il suo nome sembra sia derivato dal latino praedium Cerellianum. Nel periodo medioevale appartenente all’abbazia di San Michele Arcangelo di Montescaglioso e successivamente fu feudo di vari signori tra cui Della Marra e i baroni Formica. Nel paese di grande ammirazione è il palazzo feudale costruito nel 1593 con torre a base ovoidale nel cui interno particolari sono la porta del salone in legno intagliato ed un orologio situato su colonne. Nel palazzo vi è anche una cappella del XVII sec. in cui sono conservati una cantoria ed un dipinto di Giovanni De Gregorio raffigurante al Madonna col bambino. Interessante è la chiesa Madre dell’Assunta, costruita nel 1500 e restaurata nel 1800, nel cui interno si possono ammirare due statue di San Giacomo una del 1300 e l’altra del 1600. Nei dintorni è possibile visitare la cappella della Madonna della Grotta che, scavata nella roccia, si presume sia stata opera di un brigante. Nel territorio le colture più diffuse sono le piantagioni di ulivo e le coltivazioni cerealicole.
CALCIANO
I numerosi reperti archeologici rinvenuti in zona testimoniano che il paese era già abitato in epoca preistorica. Alcuni reperti tra cui vasi del IV sec. a.C. possono oggi essere ammirati nel museo di Potenza. Calciano nel 1400 fu assegnato come feudo da Ladislao ad Attendolo Sforza di Cotignola; in seguito governarono il territorio le famiglie Sanseverino e Pignatelli. Interessante è la chiesa Madre dedicata a San Giovanni Battista, che conserva nel suo interno un trittico ad olio del 1503, raffigurante la Madonna col Bambino, attribuito a Bartolomeo da Pistoia. Nei dintorni è possibile fare escursioni nella foresta di Gallipoli Cognato, che è la più grande foresta demaniale della Basilicata. Nei suoi boschi incontaminati, vi è una lussureggiante vegetazione di cerri, olmi, lecci e tante altre specie: anche il sottobosco offre un’immensa varietà floreale tra cui ricordiamo ginestre, mammole, ciclamini e pungitopi. Nella foresta sono presenti anche varie specie di animali come volpi, tassi, faine, cinghiali e daini. Calciano è un paese prevalentemente agricolo, ma sono diffusi abche gli allevamenti di ovini, bovini e caprini.
GARAGUSO
Situato su un colle lungo la riva del torrente Salandrella. Le sue origini sono remote, come è dimostrato dal ritrovamento di reprti archeologici, oggi conservati nel museo di Potenza, risalenti all’epoca greca. Noto è il tempietto marmoreo “Herron”, rinvenuto in contrada Dilera nel 1923. Nel periodo feudale Garaguso appartenne ai Sangiovesino, distrutto dal terremoto del 1694 fiu ricostruito nel XVIII sec. dai Reveterra di Salandra, di cui oggi resta solo il Palazzo con loggiato a tre arcate e uno stemma nobiliare sul portale. Si staccò nel 1850 da Oliveto Lucano, a cui appartenne come casale, diventando così comune autonomo. Interessante nel paese è la chiesa di San Nicola di Mira che conserva all’interno un dipinto del 1761 opera di frà Deodato da Tolie ed un’acquasantiera del XIV sec. Di grande pregio è la chiesa parrocchiale dell’Assunta, che conserva due tele raffiguranti l’Assunzione e San Vincenzo, Sant’Antonio e un frate, opere di frà Deodato da Tolie, ed un prezioso reliquario in argento di San Gaudenzio del 1400. Di grande emozione sono i riti della Settimana Santa, in particolare la processione del Venerdì Santo, durante la quale la statua dell’Addolorata e del Cristo Morto vengono portate sulle spalle da vedove e da uomini